CUOGHI CORSELLO

Carlotta Pesce con Cuoghi Corsello

Studio Carlotta Pesce partecipa a The Others Art Fair

5 – 8 Novembre 2015, Torino

Studio Carlotta Pesce partecipa a The Others, fiera italiana dedicata all’arte contemporanea internazionale emergente, che si svolge a Torino dal 5 all’8 Novembre, con un progetto pensato e realizzato appositamente per l’occasione da Cuoghi Corsello nelle vesti dei loro alter ego Suf! Ck8. The Others costituisce un osservatorio privilegiato sulla creatività emergente internazionale, volto a valorizzare le ricerche sperimentali ed anticonvenzionali. Per questo motivo Cuoghi Corsello hanno deciso di firmare il progetto con gli pseudonimi Suf! CK8, nomi in codice che nel mondo dei writers vengono definiti tag.

Inseparabili nella vita e nell’arte, Monica Cuoghi, mantovana di nascita, ma bolognese d’adozione e Claudio Corsello, bolognese, vivono e lavorano a Bologna. La loro storia ed il loro sodalizio artistico ha inizio alla fine degli anni Ottanta tra le aule dell’Accademia bolognese e si sviluppa come una favola metropolitana. La loro personalissima ricerca, in costante e dinamica evoluzione, affronta con coerenza modalità di lavoro, tecniche e materiali sempre diversi: dai graffiti tracciati illegalmente sui muri cittadini alla pittura; dalla fotografia alla video arte; dall’assemblaggio di materiali “trovati” alla scultura ed alla performance.

Arte e vita si confondono e si completano in un percorso creativo underground, appartato e radicale, difficilmente inquadrabile e spesso declinato al di fuori dell’ufficialità del mercato e delle istituzioni. Per dodici anni, a cavallo del millennio, abitano fabbricati industriali abbandonati, arredandoli con amorevole cura con materiali ed oggetti di scarto e trasformandoli in laboratori di sperimentazione artistica e luoghi di incontro. Spazi surreali di grande suggestione dove la vita quotidiana era vissuta come una performance, lontana dalle abitudini borghesi come l’acqua corrente ed il riscaldamento.

L’universo poetico e visionario di Cuoghi Corsello, ricco di interrelazioni magiche e fantastiche, è popolato da personaggi che sembrano appartenere al mondo incantato dei cartoons. Prima fra tutti Pea Brain, la celebre paperetta stilizzata che aveva invaso i muri della città di Bologna negli anni Novanta e che è ancora visibile lungo le staccionate che fiancheggiano i binari delle linee ferroviarie. E poi vi sono Suf! e CaneCotto, Petronilla, Nonno Degrado, Schifio, Quadrupede e Bello. Creature oniriche che spesso abbandonano le superfici bidimensionali diventando sculture tridimensionali.

 

Testo di Cuoghi Corsello

Suf! CK8
Essendo come Cuoghi Corsello ospiti alla fiera ufficiale di Torino con le gallerie di Guido Costa Projetcs ed Enrico Astuni, abbiamo usato gli pseudonimi della strada per partecipare alla fiera di giovani The Others:
Suf! e CK8
Nel 2001 abbiamo ricominciato a scrivere sui muri prediligendo le lettere alle immagini, per poter capire e dialogare con il mondo che stimiamo di più : quello dei writers.
Così che decisi di firmarmi SUF! come l’antico sufficiente usato nelle scuole, perché volevo diventare almeno “suf” nella difficile disciplina della scrittura,
CK8 è la tag (firma) di Claudio Corsello .
Il punto esclamativo nacque più avanti, all’inizio ero molto triste: il mio maestro Rusty diceva sempre che ero “insuf”, le mie firme scendevano sempre a destra, come si sa succede a chi è pessimista.
Il nostro bambino spirituale Cap, fu sgridato dai “Maestri” di Bologna perché aveva preso un nome che esisteva già a New York e a Bologna, lui si difese dicendo che è proprio della cultura hip hop trasmettersi senza volere i nomi perché è un’arte collegata con il pensiero attraverso lo spazio ( io lo penso di tutte le arti, ma nel writing è molto lampante e forte), e disse che se c’era Suf a Bologna c’era sicuramente anche dall’altro capo del mondo….incredibile fu che il nostro amico Kimet andò a Sidney e da li mi portò la foto di Suf! ma con il punto esclamativo che copiai diventando ottimista e lanciandomi con più dimestichezza nel fare i throw-up.
Dato che ho problemi con la legge per le tag di Suf! mi è sembrato spiritoso farla al neon, come luce nelle cella della prigione.
Oltre le due tag di Suf! e CK8 come sculture a terra, che fungono anche da firme dell’intera installazione, ci sarà anche una scultura più grande: il throw-up di SUF! disegnato già nel 2003 come progetto per una mostra a Milano curata da Luca Massimo Barbero nella quale fu invece scelto il neon di “Lingua”.
Mentre pensavo alle celle, ho visto nella mente un lavoro fatto anch’esso tanto tempo fa, nel 2005, erano delle campanelle con allacciati dei palloncini gonfiati ad elio che le facevano suonare, una per ogni arco del chiostro di S. Cristina a Bologna, in una mostra collettiva curata da Elvira Vannini.
Si chiamava Anima Giglio il video realizzato con i disegni di questa installazione, con le suore che ballano, sì perché esse avevano abitato quel luogo.
Pensai a quel lavoro perché i muri servono per dividere ma anche per proteggere e certi conventi erano un recinto di libertà per la creatività delle donne; era proibito fare arte nel medioevo per il sesso femminile, mentre nei conventi le suore si applicavano nella musica e nella pittura, la libertà creativa era secondo me preferibile a quella di fare dei figli.
Così che ho voluto porre una riflessione sulle prigioni e sul mondo che è spesso una prigione lui stesso per le sue leggi sociali strampalate.
“Ho visto” le campanelle di vetro sospese nella cella, tenute dai palloncini riempiti di elio, le abbiamo fatte realizzare sottilissime da un maestro vetraio di Venezia : il signor Toffolo.
Ogni campanella è modellata seguendo un disegno e un peso diverso rappresentante l’anima di una persona che sta sospesa nella cella con l’anelito di volare via o semplicemente di alzarsi, di elevarsi, suoneranno a contatto con il pubblico grazie allo spostamento di aria che provocherà entrando.
Come la pesatura dell’anima che non deve superare quella della piuma per gli antichi egiziani, anche le 6 campanelle sparse nella cella saranno sottoposte alla prova in equilibrio tra il loro peso e il voler salire del’ elio, e forse qualcuna non ce la farà ad alzarsi .

Ad illuminarle da terra ci saranno le tag di vetro trasparente con dentro visibile il gas neon di colore arancione pulsante e il il throw-up di Suf bianco, tutti e tre montati su strutture di metallo verniciate di nero.
Ricorderanno , anzi sembreranno proprio dei quadrupedi, soggetti molto usati nelle nostre creazioni, il throw-up avrà delle gambe molto alte e sproporzionate.
Non hanno a che fare molto se non per la fragilità del vetro questi due lavori delle scritte al neon e delle campanelle sospese, è stata un’immagine improvvisa vederli assieme, ma valutando bene ci sono diverse cose in comune invece: la leggerezza onomatopeica del nome Suf, e il suo stile a palloncino, l’ingenuità delle campanelle sospese che ben si addice al personaggio di Suf!, il suo puppet infatti è un bambina che ha il potere magico di avere l’età e la grandezza che le serve, ma pur bambina rimane con i pensieri arzigogolati della natura e un amore per le line semplici come quelle della FIAT, e luce sia.